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Risoluzione n. 04/2021

Il Comitato per le scienze giuridiche dell'Accademia polacca delle scienze, in quanto rappresentante democratico degli scienziati che conducono ricerche nel campo delle scienze giuridiche, dichiara che la sentenza del Tribunale costituzionale nella causa K 3/21 del 7 ottobre 2021:

– è difettoso a causa della nomina errata dei giudici;

– accetta come base del proprio ragionamento una serie di affermazioni non previste dalle norme normative (sia polacche che europee) o dalla giurisprudenza che le riguardano;

– mira a legalizzare le modifiche incostituzionali introdotte nell'amministrazione della giustizia dopo il 2015 che sono incompatibili con il diritto dell'UE e la Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali (CEDU); esercitare pressioni sui giudici polacchi affinché ignorino le sentenze vincolanti della Corte di giustizia dell'Unione europea (CGUE); e ad astenersi, sotto la minaccia di responsabilità disciplinari, dall'esaminare lo status dei giudici nominati dal Consiglio nazionale della magistratura politicizzato.

La sentenza della Corte Costituzionale nella causa K 3/21 è stata emessa dal collegio giudicante con la partecipazione di persone elette a seggi già legittimamente occupati. Pertanto, per ragioni sia formali che giuridiche, non può essere percepita come la sentenza della Corte Costituzionale. Il Comitato per le scienze giuridiche dell'Accademia polacca delle scienze ricorda che nella sentenza del 7 maggio 2021 nel caso Xero Flor c. Polonia (ricorso n. 4907/18), la Corte europea dei diritti dell'uomo ha ritenuto che la decisione del Tribunale costituzionale, emessa con la partecipazione di una persona eletta per un posto già occupato, viola l'articolo 6, paragrafo 1, della CEDU. Tale tribunale non soddisfa il requisito di un "tribunale stabilito dalla legge".

Non vi sono fondati giuridici per la tesi del Tribunale costituzionale secondo cui il diritto dell'UE e la giurisprudenza della CGUE hanno messo in discussione la supremazia della Costituzione nell'ordinamento giuridico polacco, autorizzando così i giudici nazionali a ignorare le disposizioni della Costituzione della Repubblica di Polonia o per verificare la legittimità della nomina di un giudice da parte del Presidente della Repubblica di Polonia. La prassi finora non conferma il ragionamento adottato dalla Corte costituzionale secondo cui gli organi dell'UE operavano al di là della competenza loro conferita dalla Polonia nei trattati dell'UE.

La Corte Costituzionale è andata oltre i propri poteri, dichiarando incostituzionali le disposizioni del Trattato sull'Unione Europea (TUE). Non ha escluso che in futuro valuterà la conformità delle sentenze della CGUE alla Costituzione della Repubblica di Polonia, "compresa la loro rimozione dall'ordinamento giuridico polacco". Ciò esula dall'ambito giuridico della competenza della Corte costituzionale. Secondo il principio della ripartizione delle competenze tra l'UE e gli Stati membri, l'interpretazione del TUE rientra nella competenza esclusiva della CGUE.

Le affermazioni avanzate per giustificare la sentenza del Tribunale costituzionale sono fuori luogo e ignorano manifestamente il vero problema giuridico: i cambiamenti nella magistratura polacca effettuati in violazione della Costituzione della Repubblica di Polonia, dei trattati UE e della CEDU. Le pretese del Tribunale miravano a legittimare tali modifiche, in primo luogo intaccando gli effetti giuridici delle sentenze della CGUE. La sentenza del Tribunale costituzionale minaccia le fondamenta dell'intera UE, interferisce con l'autorità della CGUE e limita le competenze dei tribunali polacchi di applicare direttamente il diritto dell'UE. Di conseguenza, ciò pone la Polonia al di fuori dello spazio giuridico europeo. Inoltre, limita pericolosamente il diritto degli individui a un ricorso effettivo e a che i loro casi siano esaminati da un tribunale stabilito dalla legge, indipendente da qualsiasi altra autorità e imparziale – che è il fondamento dello stato di diritto.

La commissione per le scienze giuridiche sottolinea che la cura del bene comune è responsabilità di tutti i cittadini, in particolare di quelli incaricati dell'esercizio del potere. Nessuna generazione, per non parlare di qualsiasi gruppo politico al potere in un dato momento, ha il diritto di trattare lo stato come sua unica proprietà. Il Comitato sottolinea che l'Introduzione alla Costituzione della Repubblica di Polonia sottolinea chiaramente la necessità di "cooperazione con tutti i paesi per il bene della famiglia umana". delle istituzioni pubbliche nel nostro Paese, e soprattutto serve a garantire il rispetto delle libertà e dei diritti dei cittadini della Repubblica di Polonia.


Questa è la traduzione automatica di un articolo pubblicato su Verfassungsblog all’URL https://verfassungsblog.de/resolution-no-04-2021/ in data Fri, 15 Oct 2021 13:37:06 +0000.